| Non si può parlare di Vincenzo Todaro (in arte Brasella) |
| senza richiamare la sua vicenda umana e artistica. |
| Nato in un paese dell'entroterra siciliano, dove i problemi |
| quotidiani e di sopravvivenza sono cogenti e |
| condizionanti, ancora in tenera età, sente il richiamo |
| prorompente dell'arte. |
| A diciassette anni lascia la sua terra e si fa pellegrino a |
| Parigi, Amsterdam, Londra e Madrid, le città d'arte |
| meta di pittori d'ogni nazione ed estrazione, dove si |
| dedica alla ricerca di un suo stile fra una miriade di |
| tendenze e di scuole. |
| Supera la prima fase di inevitabile incertezza e così |
| trovando una sintesi oltremodo personale fra |
| travaglio, surrealismo ed espressionismo, collocandosi |
| una posizione di tutto riguardo nel panorama delle |
| avanguardie. Dalle sue molteplici esperienze scaturisce |
| tuttavia una produzione non scevra di reminiscenze |
| rinascimentali. Vincenzo Brasella è, inoltre, un Artista di |
| chiara ascendenza mitteleuropea che non rinnega, per |
| converso, la sua origine siciliana e il suo destino di |
| viaggiatore che, moderno Odisseo, riapproda alla |
| amata isola non per abbandonarsi ad un meritato riposo, |
| ma per completare un processo di identificazione, tanto |
| sua più significante e corposo, quanto numerose e |
| vigorose sono state le esperienze che lo hanno |
| alimentato. |
| Brasella non indulge ai miti, si pone di fronte all'opera |
| come un amante appassionato e tuttavia non alieno dallo |
| scrutare e analizzare i sintomi del malessere che |
| attanaglia la società contemporanea. Le sue tele |
| nascono dal gesto e dal colore che si fondono in un |
| amalgama di forme e sembrano suggerite da un'entità |
| invisibile giungendo ad esprimere concetti inaspettati e |
| sorprendenti: quasi un dialogo fluido ecostante con i |
| maestri del passato. |